Sì, proprio così! Le parole si innamorano, o stringono amicizia, e tendono a rimanere vicine e fedeli per tantissimi anni. E questo per noi è un vantaggio, perché ce ne approfittiamo per imparare a parlare un inglese migliore – più idiomatico.
Ti sarà facile riconoscere queste “amicizie” in Italiano. Prova a vedere se riesci a indovinare qual è la parola mancante in ognuna delle espressioni in grassetto. Sono tutte espressioni che conosci bene!
- C’è un bellissimo parco proprio qui, d______ l’angolo.
- Immergiti completamente nell’ambiente: p_________ attenzione a ogni suono, agli odori della terra, dell’aria…
- L’anno scorso si sono verificati allagamenti per le f_____ piogge.
- Non menare il c_____ per l’_____; va dritto al punto!
- “Fare la spola” significa andare avanti e i______.
Senza sforzarti troppo avrai sicuramente risposto che il parco sta dietro l’angolo, che conviene prestare attenzione, che le piogge sono state forti, che qualcuno ti ha chiesto di non menare il can per l’aia, e che “fare la spola” significa andare avanti e indietro.
Non ti verrebbe mai da dire che il parco sta *intorno all’angolo, che conviene *pagare attenzione, o che le piogge sono state *pesanti. E se qualcuno ti dicesse di non *menare attorno al cespuglio, o di andare *indietro e avanti (eh sì, prima indietro!!), gli daresti del pazzo, dicendo: “Ti sei mica bevuto il cervello??”.
Ma in inglese è proprio così!! Si dice: around the corner, pay attention, heavy rains, don’t beat around the bush, e… back and forth.
Ne consegue che se vogliamo essere in grado di usare una parola, la conoscenza delle parole che la accompagnano è fondamentale.
A partire dagli anni ‘90, Michael Lewis e altri linguisti ci hanno insegnato che la lingua non è composta da parole “sfuse” che il parlante sceglie esclusivamente in base al significato, incastrandole in strutture grammaticali, bensì da unità lessicali più lunghe, espressioni “prefabbricate” di cui la grammatica è parte integrante. Sono queste espressioni che il parlante combina per produrre le sue frasi.
Tra queste unità lessicali, dette chunks (“pezzi” o “blocchi”), troviamo espressioni idiomatiche dal significato fortemente metaforico (come “menare il can per l’aia” o “essersi bevuto il cervello”), e collocazioni lessicali – espressioni formate da parole che co-occorrono per consuetudine (come “dare del pazzo” e gli altri esempi sopra elencati).
Per chi impara una lingua straniera è importante ricordare che, come abbiamo appena visto, queste unità lessicali non sono necessariamente trasportabili da una lingua all’altra. Non solo, anche quando due lingue presentano espressioni analoghe, a volte le loro componenti vengono obbligatoriamente disposte in un ordine diverso nelle due lingue (p.e., avanti e indietro vs. back and forth).
Se quando studiamo l’inglese, o qualsiasi altra lingua, ci concentriamo sul lessico (anziché la grammatica), e soprattutto su questi “blocchi”, ne ricaviamo diversi vantaggi:
- produciamo un inglese migliore, più idiomatico, sia parlato che scritto;
- produciamo un inglese più sciolto, perché una parola tira l’altra.
- sviluppiamo “un orecchio” per ciò che suona bene;
- miglioriamo la comprensione all’ascolto, perché basterà aver sentito parte dell’espressione per poter congetturare eventuali lacune;
- miglioriamo la comprensione della lettura, perché la corretta suddivisione del testo in “blocchi” durante la lettura ne favorisce la corretta decodificazione;
- facilitiamo l’apprendimento, anche degli aspetti grammaticali (come ho spiegato in un altro post).
Questo è il motivo per cui, nei post che pubblico in inglese, metto alcune espressioni in neretto: sono vocaboli e “blocchi” lessicali interessanti che vi consiglio di studiare.
Qualche dritta su come studiarli – in un futuro post. E se ti va, volentieri anche in una lezione prova gratuita con me.
______________________________________
* espressione considerata non accettabile dai parlanti madrelingua
L’immagine è di Linus Schütz @ Pixabay